Gli stemmi delle città sono fantastici, ma alle volte per capirli bisogna documentarsi. I miei preferiti in realtà sono quelli che si spiegano da soli.
Lo stemma di Capracotta è una capra che arrostisce sul fuoco, punto. Quello di Canegrate, un cane dietro le grate. Quello di Strangolagalli, un gallo strangolato. Ci pensavo questo weekend, un catino in cima a un monte: infatti ero a Montecatini.
C'era la presentazione della "Guida Slow Wine" 2017 e la Vitovska di Zidarich è un bianco macerativo che, a differenza degli stemmi, non si coglie in un secondo. Anche in un contesto entropico come una degustazione è obbligatorio ritagliarsi qualche minuto per ragionare, perché ha un'ampiezza tale da far saltare in aria la scheda dell'Ais.
Al naso c'è davvero di tutto: dagli agrumi alla paglia, al miele, fino a una sfumatura caramellata e all'odore delle strade di pietra quando ci piove sopra. È grezzo e fine allo stesso tempo, freschezza e sapidità se la giocano alla pari su uno sfondo di tannino appena accennato e riverberi quasi di ruggine. Questa Vitovska la fanno in provincia di Udine, a Prepotto: lo stemma della città mostra un bell'albero verde.
Belsedere, in provincia di Siena, invece è solo una frazione e purtroppo non ha uno stemma.
Graziano Nani
Fonte: https://gutin.it/, 2017.