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Uno strano personaggio dal grosso naso


Mascherone Capracotta

Chissà quante volte, passeggiando per le stradine di Capracotta, avrete notato un altorilievo posto a 1,5 m. di altezza sul muro esterno dell'abitazione di via San Giovanni 40, su una pietra di quello che un tempo era Palazzo Di Loreto, un fabbricato dalle mura spesse come un castello e che oggi sopravvive ridotto di forse la metà. A chi appartiene quello strano volto maschile caratterizzato da un grosso naso, due guance paffute e un paio di occhi all'orientale? Quasi impossibile dirlo.

Se si pensa alla storia ufficiale di quel quadrante capracottese viene subito alla mente l'ospedale di Sant'Antonio di Vienne sito in via Arco, nelle immediate vicinanze del volto in pietra di nostro interesse. Ma un ospizio per inabili e viandanti come poteva giustificare la presenza di quell'effige? Che fosse il profilo di un pellegrino importante? Magari quella del proprietario dello stabile? Oppure l'insegna di una bottega? O forse un semplice scherzo da preti, una sorta di gogna perpetua scolpita nella pietra ad perpetuam rei memoriam?

Se si pensa alla tradizione orale tramandataci dai nostri vecchi, quel volto potrebbe invece rappresentare un'antica conoscenza di molti capracottesi, una presenza occulta che i nostri avi chiamavano Fischióne (colui che soffia), uno spettro che si aggirava su via Sannio (l'attuale via Roma), in special modo dopo il tramonto, e che si divertiva a spaventare l'ignaro o l'ignara di turno. Anche mia nonna aveva raccontato di aver fatto, in gioventù, la conoscenza di Fischióne mentre attingeva l'acqua dalla Fonte delle Carceri: voltatasi di scatto, vide dietro di sé un personaggio intabarrato fino al naso che emanava fumo da dietro il bavero rialzato. Probabilmente si trattava di un uomo in cuappòtte a ròta che, intento a pensare ai fatti suoi, s'era spaventato anch'egli dell'improvvisa presenza di mia nonna. Tuttavia, tanto bastò a convincerla di aver visto Fischióne.

Il volto in pietra di via San Giovanni, con quelle guance rigonfie nell'atto di soffiare, non potrebbe allora essere un'arcana fotografia in 3D di Fischióne, il fantasma buontempone del borgo antico?


Francesco Mendozzi

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