Capracotta.
All'una pomeridiana del 13 agosto, in un momento il cielo si coprì di grossi e densi nuvoloni neri e un forte temporale si scatenò sul paese e sulle circostanti campagne, e giù acqua a dirotto e grandine grossa.
Lo schianto, la desolazione di tutti nel vedersi in un momento distrutto nei campo il lavoro di un anno, si può immaginare, ma non descrivere. Nel più forte del temporale, un fulmine cadde sulla casa del signor Eugenio Carugno, rendendo questi quasi privo di sensi, e freddo cadavere il suo carissimo figliuolo Geremia, che a traverso i vetri di una finestra, osservava, costernato, la tempesta.
La sventura toccata alla famiglia Carugno ha prodotto in paese la più penosa impressione, tanto più che il povero Geremia, giovanetto sui 13 anni, aveva ottimi costumi, indole mite, ingegno svegliato, grande amore allo studio, e perciò dava molto a sperare di sé.
Al signor Eugenio Carugno, alla sua figliola, signora Angiolina, valorosa insegnante di queste scuole municipali, le più sincere e sentire condoglianze.
L'Ape
Fonte: L'Ape, Fuori di Agnone, in «Il Cittadino Agnonese», II:13, Agnone, 3 settembre 1901.