Signor L. V. Bertarelli,
sono un vecchio giramondo non ancora in disarmo, un socio vitalizio del Touring, e perciò sono ben lieto della Sua vigile iniziativa per mettere in valore le stazioni invernali italiane.
A Salsomaggiore, parlando da medico a medici, ho illustrato di preferenza il lato sanitario della questione, convinto che gli esercizi fisici all'aria aperta, anche d'inverno, costituiscono un ottimo mezzo per rinvigorire i corpi indeboliti e gli spiriti depressi dall'affannosa vita cittadina.
Per raggiungere lo scopo, occorre sviluppare l'organizzazione turistica; crearla là dove ancora non esiste. Perciò ho pubblicamente invocato l'aiuto del Touring, ho incitato tutti coloro che si occupano di cure climatiche, di educazione fisica, di esercizi sportivi, a visitare, a far conoscere quei luoghi nostri che potrebbero diventare buone stazioni invernali montane, a patrocinarvi la creazione di alberghi e lo sviluppo delle vie di comunicazione.
In corsa fantastica, ho accennato alle bellezze invernali del Piano della Mussa e di Bardonecchia, al Moncenisio e al Bacino della Thuile; all'alta Valsesia e alle cascate della Toce; a Campodolcino ed al Passo di S. Marco; al Piano del Barbellino ed al bacino di Bormio. Ho richiamato, in particolare, l'attenzione sul magnifico bacino di Livigno, che, grazie alla nuova grande strada, dovrebbe diventare un immenso campo di schiatori, non meno frequentato dell'Engadina, forse più bello, perché più ricco di sole.
Ella certo conoscerà la meravigliosa strada, che da Semogo sale in ampie curve sulle pendici del Foscagno, dal lato di Val Viola, ammantato da una annosa foresta; si svolge quasi piana, a circa 2.000 metri, nell'alto circo delle Tre Palle, e poi, per il sommo di Eira, discende nella valle di Livigno: lunga una dozzina di chilometri, larga, al fondo, circa due chilometri, alta circa 1.800 m. su livello del mare. Per la sua bellezza, non teme il confronto con Davos.
Ho ricordato Ponte di Legno, Val Rendana, la Madonna dei Campigli, la Meldola, gli altipiani di Folgaria e di Asiago, S. Martino di Castrozza e Alleghe, Cortina d'Ampezzo e Misurina ed altri luoghi ancora del nostro conteso confine.
Ho invitato i colleghi a promuovere stazioni invernali anche nell'Appennino, dove l'Abetone, la montagna Pistoiese, l'alto Casentino, fatti conoscere dai medici toscani, meriterebbero maggiore fortuna.
Pochi italiani conoscono l'incantevole Monte Amiata, così ricco di foreste, di castelli, di miniere, di panorami insuperabili. Dovrebbe, secondo me, divenire una stazione di primo ordine d'estate e d'inverno.
Negli Abruzzi, sulla ferrovia di Sulmona, le stazioni alte di Pescocostanzo (1.450 m.), di Roccaraso (m. 1.236), di Capracotta (metri 1.600), dove già esistono alberghi, meriterebbero di essere subito messe in valore anche d'inverno.
E Vulture, cantato da Orazio e studiato dal Di Lorenzo, col suo bellissimo S. Michele, con i suoi bagno di Monticchio; i Monti di Lagonegro, col Sirino alto 2.000 metri, Rifreddi, altipiano di 1.000 metri sulla strada Potenza-Laurenzana, non dovrebbero essere dimenticati.
E perché non dovremmo incoraggiare il Club Alpino Silano, che ha nella Sila col Montenero, con la Botte Donato, con San Giovanni in Fiore, luoghi così degni di essere conosciuti e visitati?
La Sicilia è ben conosciuta, ma la Sardegna rimane sempre l'isola dimenticata, l'isola misteriosa, che lascia un ricordo incancellabile in quanti l'hanno percorsa. Anche in Sardegna, a Fonni e sui dolci clivi del Gennargentu, potrebbe sorgere una stazione invernale.
Come Ella ben dice, molti luoghi non sono ancora preparati: molti dei maggiori interessati non sono ancora maturi.
Ma appunto perciò è necessaria una più intensa propaganda.
A tale scopo, gioverebbe organizzare carovane e portare sul luogo i primi esploratori. Poi la funzione creerà l'organo e il Touring darà le direttive per far sorgere e crescere gli alberghi, per sviluppare e mantenere le vie di comunicazione.
Le accludo copia dell'ordine del giorno da me proposto a Salsomaggiore e votato all'unanimità.
Suo dev.mo,
Antonio Monti
Fonte: A. Gerelli, Per lo sviluppo del turismo invernale in Italia, in «Le Vie d'Italia», II:1, Touring Club Italiano, Milano, gennaio 1918.