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La Tavola Osca, un prezioso documento religioso


Tavola di Agnone
La Tavola Osca di Capracotta.

Uno dei documenti più significativi della dimensione sacrale degli Osci nell'area dell'Alto Molise, la più modesta e segreta regione d'Italia, venne scoperto in uno scavo occasionale del marzo 1848 da un contadino, presso la fonte del Romito a Capracotta.

L'episodio ebbe altissimo valore archeologico e risonanza internazionale fino a scomodare Teodoro Mommsen che si recò ad Agnone, per accostarsi alla preziosa placca denominata "Tabula Anglonensis", eccezionale reliquia della civiltà osca della metà del III secolo a.C.

Dal V secolo prima di Cristo il Molise era abitato da popolazioni semplici e rudi di lingua osca, dedite all'intensa coltivazione della terra e alla pastorizia, animate da profonda religiosità verso misteriose presenze superiori, e il reperto epigrafico contiene, come ebbe a scrivere Amedeo Maiuri, «l'inventario dei loro dei come una litania sacra nella quale sembra di poter cogliere risonanze ancora vive nei nomi di luoghi, di boschi».

Nella lunga registrazione di numi italici la preferenza spetta a Cerere, veneratissima per il carattere, nell'ambiente ad economia in prevalenza agricola, spesso con l'attributo di "vendicatrice" e le si univa Giove il fulminatore. Dalla piastra risulta che ricevevano culto Ercole e altri geni più o meno connessi a Cerere, oltre a divinità floreali e fecondanti che popolavano l'olimpo della stirpe osca.

Con tutta probabilità, non lontano dal luogo di ritrovamento della lastra di bronzo sorgeva, nelle vicinanze del Monte S. Nicola, un recinto riservato al culto "cererio", con una serie di aree dedicate a divinità della generazione, delle fonti, delle acque dinanzi alle quali sostava la raccolta di persone partecipi a un corteo durante il rito che voleva implorare, sotto l'ululare del vento e l'asprezza del gelo in un paesaggio aspro e selvaggio, propiziazioni sugli armenti e sui raccolti.

Molti furono gli specialisti, Blucher, Moratti, Fabretti e tanti altri, che si dedicarono con serietà di ricerca a strappare il segreto del reperto che li ha costretti, per difficoltà di interpretazione, a pareri discordanti nell'unica concordia di riconoscerne tutti il prevalente carattere liturgico.

Il cimelio, dal 1873, è conservato nel British Museum di Londra, inciso nelle due facciate a bulino in nitido alfabeto nazionale con 25 righe sulla faccia A e 23 su quella B. Privo di elementi ornamentali, dà l'idea di una regione corroborata, pur nella congenita povertà, da particolari condizioni di una civiltà contadina sobria e operosa, non retrograda, impregnata di sacralità. Il manufatto sta a indicare in questa zona la presenza di un artigiano indigeno, popolaresco e umile, che non aveva altra ambizione oltre quella dell'uomo stretto al culto avito.

Una "riesumazione" originale della Tavola Osca è stata data dalla genialità del pasticciere agnonese Germano Labbate, che ha fatto sì che gli eredi al trono del Regno Unito, il principe William e Kate Middleton, ricevessero una riproduzione in cioccolato e a grandezza naturale della stessa. Il premiato pasticciere agnonese, delegato per il Molise dalla Confederazione Pasticcieri Italiani, l'ha inviata all'ambasciatore inglese Christopher Prentice perché fosse consegnata alla coppia reale nel giorno del matrimonio come dono di nozze, accompagnando l'originale dolce con un volumetto del prof. Remo de Ciocchis che ne descrive le caratteristiche tecniche, la storia ed i tanti significati.


Franca Nocera

 

Fonte: http://www.terraecuore.net/, 26 febbraio 2013.

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