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Le tavole osche di Caprecotte


Paola Di Giannantonio

Ieri sera sulla piazza di Capracotta aleggiavano gli spiriti di Giangregorio Falconi e Francesco Saverio Cremonese, i compagni burloni autori della più clamorosa truffa dell'archeologia italica: la patacca di Capracotta. Si teneva la presentazione di due piccoli ma importanti saggi di Paola Di Giannantonio e di Vincenzino Di Nardo. Ha esordito il sindaco Candido Paglione che ha tolto subito tutti dall'imbarazzo affermando:

– Sono convinto che la vera tavola osca non sta in Inghilterra! Nonostante il conduttore Nicola Mastronardi, che preventivamente ci ha fatto sapere di non essere d'accordo con quello che stava per dire la relatrice, ho ascoltato con religiosa attenzione, come tutto il numeroso pubblico presente, la magistrale lezione di Paola Di Giannantonio, "La Tavola Osca di Capracotta". La studiosa ci ha accompagnato, prendendoci per mano, nel cuore del mondo indo-europeo per farci capire finalmente il senso e il significato del più importante documento linguistico del popolo italico. Una lezione affascinante contaminata dalla lettura dei versi liturgici con quella cadenza abruzzese-molisana che appartiene alle donne anziane della nostra tradizione. Una narrazione piacevole e puntuale interrotta un paio di volte dalle sollecitazioni a chiudere da parte del presentatore. Poi è stata la volta di Vincenzino Di Nardo che ha ricostruito in ogni minimo dettaglio tutta la vicenda della scoperta del bronzo che si trova a Londra e che, giustamente deve chiamarsi Tavola di Capracotta. Perché a Capracotta è stata trovata. Il problema è che i compari Falconi e Cremonese agli inglesi rifilarono una patacca che era stata fusa nel laboratorio degli orafi agnonesi Amicarelli-D'Onofrio e che avevano fatto sotterrare da Pietro Tisone a Fonte del Romito. Il ragionamento del dottor Vincenzino Di Nardo sembrava avere un impianto rigoroso, ma ancora una volta interveniva il conduttore Mastronardi per contestare le sue affermazioni sostenendo che la storia del bronzo agnonese-capracottese (come pilatescamente viene da lui definito) è ancora tutta da studiare. Insomma, in conclusione, il presentatore della serata ci ha spiegato che l'interpretazione della Tavola Osca da parte della professoressa Di Giannantonio è suggestiva e che la ricostruzione dei fatti da parte di Di Nardo è tutta da dimostrare. Una cosa è certa. A un certo punto il coordinatore della serata ha guardato l'orologio e, considerando che si era fatto tardi, ha consigliato di rinviare a un'altra occasione il dibattito sull'argomento. Prima di andare via sono andato a salutare il sindaco Candido Paglione complimentandomi per la serata con tanta bella gente: – Candido, pensa se la tavola fosse stata trovata mentre tu eri sindaco di Capracotta e ti fossi comportato come Falconi e Cremonese che, per vil denaro, se la sono venduta agli Inglesi... I capracottesi ti avrebbero cacciato a calci nel sedere!


Franco Valente

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