La definizione climatologica meglio appropriata al nostro ambiente fu quella un po' umoristica di un Napoletano che si recava qui a vendere terraglie: «Diece mise 'e fridde e duie 'e frische» (Dieci mesi di freddo e due di fresco). La neve persiste d'ordinario dalla seconda metà di Novembre all seconda di Marzo, salvo naturalmente le eccezioni, e salvo anche le nevicate in Aprile ed in Maggio, in Ottobre e talvolta anche in Settembre ed in Giugno, quantunque per poche ore. Pochissimi i giorni sereni e calmi gli altri nebulosi o ventilati. La bassa temperatura d'altronde, la frequenza del tempo cattivo e dei venti son dovuti oltrecché dall'altrimetria, dall'essere Capracotta circondata nell'ampio orizzonte dai più alti nuclei dell'Appennino centrale. Il massiccio della Maiella al nord, la catena delle Mainarde ad ovest, tutte le alture del Matese a sud con gli altri contrafforti dei monti abruzzesi ad est fan sì che da qualunque direzione spirino le correnti aeree, passino fredde e spesso veloci, trasportando nembi o vapori in condensazione.
L'atmosfera quasi sempre agitata ed il pendio dell'agro non fanno predominare molta di quella umidità che persiste nelle bassure; e danno uniformità alla temperatura notturna con quella diurna senza quegli sbalzi repentini nelle tarde ore vespertine o agli albori del giorno tanto incomodi in altri luoghi.
Nelle giornate più calme dell'estate anzi, e nelle più rigide nell'inverno, queste ore sono forse più tepide delle altre. Come rilievi scientifici inserisco alcuni specchietti tratti dalle osservazioni termo-idrometriche giornaliere fatte nel triennio 1910-1912 dal dirigente incaricato dal Regio Ufficio di Meteorologia cav. Giovanni Paglione.
Luigi Campanelli
Fonte: L. Campanelli, Il territorio di Capracotta. Note, memorie, spigolature, Tip. Antoniana, Ferentino 1931.