Questo è il giorno che aspetto di più e che temo allo stesso modo. Il chilometraggio non è eccessivo, conosco il Molise dal lato delle sue strade statali ma non dal punto di vista Gravel e la tappa di oggi è 50% Gravel.
Parto alla solita ora, 8:30 da Montesilvano, questa mattina le gambe ci mettono un po' di più a girare, tanto che mi sembra di essere impiantato... Penso subito che così potrebbe diventare davvero dura... Mi fermo in un bar, mangio un crapfen alla crema e metto in borsa un tramezzino il quale si rivelerà la scelta di giornata.
I km passano veloci sotto le ruote ed arrivo ad Ortona dove imbocco la ciclabile più bella mai fatta fino ad ora, la "Ciclabile dei Trabocchi". Costruita sul tracciato di una ex ferrovia costeggia il mare ed è semplicemente perfetta...
In lontananza vedo due cicloviaggiatori davanti a un trabocco ed avvicinandomi capisco subito chi sono! Il napoletano e il tedesco incontrati 2 giorni fa... siamo increduli e ci festeggiamo godendoci una pausa e facendo quattro chiacchiere. La felicità nel rincontrarli mi fa capire davvero cosa significa viaggiare da solo!
Per entrambi è l'ultimo giorno, ci ripromettiamo di tenerci aggiornati, cosa che non riuscirò a fare fino al giorno successivo...
A Fossacesia ci dividiamo, io inizio la salita o meglio, la tratta che dal mare porta nell'entroterra sino alla montagna.
Da subito capisco che non sarà una passeggiata. La traccia mi porta a costeggiare il fiume Sangro. Il fondo è sconnesso, sassoso, da mtb (forse) è infernale.
Dove le ruote non riescono a scorrere devo spingere a mano, dove non riesco a pedalare è perché mi trovo davanti a salite del 20% su ciottolato smosso...
Uso il tramezzino jolly, non mangio da 2 ore, per fortuna riesco a ricaricare acqua a casa di una signora.
Continuo così per km guadagnando lentamente quota sino ad ad arrivare alla diga del lago di Bomba... 262 m. Sembra un miraggio! Dentro di me urlo: «Solo 262 metri?». Costeggio il lago e dentro di me penso: «Cavolo, deve esserci un bar almeno»... Finalmente noto l'insegna di un ristorante che dalla strada si vede molto poco! Pranzo con un piattone di pasta al ragù, parlo con un po' di persone che mi danno del matto, insomma i soliti convenevoli...
Komoot non conosce il Molise, il navigatore del Garmin nemmeno, la traccia che mi propone è illegale, l'unico segno di passaggio nella strada infestata da rami, piante e "la qualunque" e il segno del cingolato. Ne uscirò pieno di graffi...
Penso sia in disuso e lo capisco quando arrivato a Giuliopoli incontro un ciclista a cui chiedo informazioni. Si meraviglia della strada percorsa e forse preso da una sorta di tenerezza mi invita a seguirlo.
Chiacchierando dopo qualche minuto mi chiede da dove vengo con quel "bagaglio", allora decido di gli raccontargli tutto.
Risaliamo insieme i paesi di Rosello e Pescopennataro dove mi spiega la strada da prendere per Capracotta, saluto e ringrazio ma dentro di me so che il piano è diverso.
Voglio arrivare a Prato Gentile, 1.573 m, il punto stradale più alto del Molise, lì lavora mia madre e posso farlo tramite la statale.
Da Pescopennataro a Prato Gentile sono 6 km al 6%, non so per quale motivo ma tutta la fatica sparisce, tutti i dolori (tendine) pure...
In poco tempo arrivo in cima e giunto al passo mi lascio andare in un bel momento di commozione.
Sono arrivato, manca solo la discesa a Capracotta, 15 minuti forse...
La affronto al calar del sole che dipinge di arancione l'abitato di Capracotta, che è in giornata di festa, non per me ovviamente, ma rende tutto più bello!
La sorpresa a mamma viene bene, anche questa volta.
Esserci arrivato in bici per me è segno di grande orgoglio, che tuttora ancora non riesco a metabolizzare completamente. Riuscirò forse, nei prossimi giorni.
Alan Cattin Cosso
Fonte: https://trapiantalan.wordpress.com/, 19 settembre 2023.