Papa Benedetto XIII morì il 21 febbraio 1730, lasciando la diocesi di Roma nelle mani del vicario generale che, per i troppi impegni, si vide costretto a delegare molti dei suoi compiti ai fedelissimi del pontefice, tra cui il capracottese Nunzio Baccari. Tra il giugno e l'ottobre 1730, infatti, mons. Baccari, vescovo di Bojano e soprattutto vicegerente di Roma (colui che coadiuva il vicario generale della chiesa romana nelle funzioni di governo), si ritrovò a celebrare due importanti funzioni religiose, una a Trastevere, l'altra nel Rione Trevi.
La prima, avvenuta domenica 18 giugno, fu quella «di porre la prima Pietra fondamentale della nuova chiesa da erigersi alla Longara da' Padri della Congregazione de' Pii Operari in onore del Patriarca S. Giuseppe». Durante la seconda funzione, celebrata domenica 8 ottobre, mons. Baccari «consagrò la chiesa parrocchiale di S. Maria in Via de' Servi di Maria e l'Altar Maggiore della medesima chiesa dedicandolo alla Madonna SS.ma de' Sette Dolori, nel quale ripose le reliquie de' SS. MM. Vitale e Innocenzo, dichiarando per giorno anniversario di essa consagrazione in avvenire le seconda domenica di ottobre».
La costruzione della Chiesa di S. Giuseppe alla Lungara, benedetta da Nunzio Baccari nel 1730, terminò quattro anni dopo e vi è tuttora annesso un convento affidato alla congregazione dei cosiddetti Pii Operai, costituitisi a Napoli nel 1600 per volontà di padre Carlo Carafa. Vista da fuori, la chiesa trasteverina è piuttosto anonima, con una semplice facciata su due ordini; una volta entrati si scopre invece una pianta ottagonale con pareti ricche di marmi e d'ori, tanto da far fatica a credere che un tempio così ordinario possa contenere elementi estetici tanto ricchi e raffinati.
Per quanto riguarda la Chiesa di S. Maria in Via, la storia è un po' più complessa, poiché questo edificio - documentato sin dal 955 - fu ufficialmente completato nel 1594 e affidato ai Servi di Maria, per cui la consacrazione officiata dal presule Baccari risulterebbe posteriore di oltre un secolo. Nel febbraio scorso mi sono recato in quella chiesa dove, dopo aver bevuto un bicchiere dell'acqua miracolosa che sgorga dal suo pozzo, ho cercato tracce della cerimonia di Nunzio Baccari: tra le tante lapidi apposte sulle pareti e nelle cappelle non ve n'è nessuna che rimandi alla dedicazione del 1730. È certo che Nunzio Baccari abitasse nei pressi di quella chiesa, tanto che quando morì, i parroci romani furono convocati «presso la Chiesa di Santa Maria in Via per il trasferimento della salma del Baccari dal suo palazzo alla Chiesa dello Spirito Santo dei Napoletani».
Tornando a noi, è lecito immaginare che l'oggetto di consacrazione non fu la Chiesa di S. Maria in Via ma il retrostante oratorio, detto Chiesa del SS. Sacramento, che nel 1727 era stato riedificato dopo aver ricevuto la benedizione di papa Benedetto XIII. Ahimé, quando nel XIX secolo venne sventrata via del Tritone, fu demolita anche la speculare Chiesa dell'Angelo Custode, posta a destra del SS. Sacramento, ed oggi l'armoniosità dell'intero complesso è irrimediabilmente compromessa.
Nunzio Baccari, che stava scalando le gerarchie ecclesiastiche a testa bassa, continuò l'opera pastorale e teologica di Benedetto XIII in una Roma che stava allora riscoprendo il suo antico splendore, incurante delle sfide che venivano lanciate a Dio e alla Chiesa.
Francesco Mendozzi
Bibliografia di riferimento:
M. Armellini, Le chiese di Roma dal sec. IV al XIX, Tip. Vaticana, Roma 1891;
D. Di Nucci et al., Baccari, d'Avalos, Petra e Pizzella. Altomolisani nella Chiesa dello Spirito Santo dei Napoletani a Roma, Cicchetti, Isernia 2019;
«Diario di Roma», 2011, Roma, 24 giugno 1730;
«Diario di Roma», 2059, Roma, 14 ottobre 1730;
F. Mendozzi, Guida alla letteratura capracottese, vol. I, Youncanprint, Tricase 2016;
G. Moroni Romano, Dizionario di erudizione storico-ecclesiastica da san Pietro sino ai nostri giorni, vol. XCIX, Tip. Emiliana, Venezia 1860;
C. Rendina, Le chiese di Roma, Newton Compton, Milano 2000;
D. Vizzari, La chiesa di San Giuseppe alla Lungara, Ardor, Roma 1986.