Da Chieti città si gode uno dei più bei panorami che vanti il Paese nostro. Costa poca fatica arrivarci per goderlo e Chieti città dovrebbe essere mèta di una gita per ogni italiano che si rispetti e che disponga di qualche risparmio da godere.
Poi, lasciando Chieti per inoltrarsi, in provincia, scendendo verso il sud, perché il capoluogo è eccentrico situato come è verso le rive del Pescara, che forma il confine fra le due provincie abruzzesi, si procede assai malagevolmente attraverso vallicelle e burroni che vanno all'Adriatico e si incomincia, arrivando nella vallata del Sangro, a sentire odore di Mezzogiorno!...
Non più l'appoderamento diffuso della zona settentrionale della provincia; non più il territorio totalmente arborato delle colline prospicenti l'Adriatico, ma bensì i centri abitati appollaiati in cima ai colli con la popolazione rurale ivi accentrata a guisa del Mezzogiorno.
Si intravedono all'orizzonte, verso sud, i monti di Capracotta con la loro caratteristica sagoma; il Molise non è lontano. E col Molise si entra decisamente in quello ambiente agrario tipicamente meridionale che nell'Abruzzo chietino a mala pena si incomincia a delinare. Nel Molise, l'economia agricola permane imperniata, purtroppo, sul grano, che il clima avversa.
In Abruzzo dove maggiore è il progresso, il grano passa in linea secondaria e sono le frutta, gli ortaggi, l'uva da tavola o da vino, l'olio d'olive, il bestiame ecc. che formano la spina dorsale dell'economia rurale. Un Paese tanto vario, dove dolce, dove aspro o selvaggio addirittura, con gente laboriosissima, attaccata tenacemente al proprio suolo per quanto ingrato, deve cercare in tutte le più svariate colture erbacee ed arboree, coltivando per l'esportazione, oltre e più che per nutrire direttamente la propria popolazione, le risorse maggiori dell'agricoltura. Uscire dalla ristretta cerchia della produzione del pane cotidiano e di quant'altro occorre per la sussistenza, industrializzare, diciamo pure l'abusata parola, l'agricoltura e sfruttare le risorse turistiche della Regione. Ecco un vasto compito per la tenace gente d'Abruzzo.
Eugenio Azimonti
Fonte: E. Azimonti, Traverso l'Abruzzo, in «L'Italia Agricola», LXI:4, Roma, 15 aprile 1924.