Il culto e la cappella di santa Filomena
Il 25 maggio 1802 fu ritrovato nelle Catacombe di Priscilla, a Roma, quello che si crede essere il corpo di santa Filomena. La convinzione è basata sul fatto che accanto alle spoglie fu rinvenuta un'ampolla contenente un liquido scuro secco che fece pensare al sangue d'una martire. Per una serie di relazioni le reliquie furono traslate a Mugnano del Cardinale (AV) e nel 1833 fu data alle stampe la "Pia Rivelazione" di suor Maria Luisa di Gesù, una mistica che affermava d'aver ricevuto da santa Filomena stessa la visione della sua vita e del suo martirio. Filomena, figlia d'un principe greco convertito al cristianesimo, aveva consacrato a Dio la verginità, finché il padre non la portò con tutta la famiglia a Roma per estinguere una lite con l'imperatore Diocleziano, il quale s'invaghì della fanciulla tredicenne. Al suo rifiuto, la sottopose a una inenarrabile serie di tormenti. Filomena fu flagellata, legata a un'àncora e gettata nel Tevere, colpita con dardi arroventati e infine decollata il 10 agosto. Il suo nome, tuttavia, non è mai entrato nel Martirologio Romano e nel 1961, addirittura, venne espunto dal Messale Romano. Il culto della taumaturga Filomena, portato nel Meridione d'Italia dai Borbone, si diffuse velocemente nell'arco dell'Ottocento e altrettanto velocemente sparì dopo il Concilio Ecumenico Vaticano II.
Nella Chiesa Madre di Capracotta esiste una cappella dedicata alla martire romana - tra gli altari dell'Immacolata e dell'Assunzione - che oggi è in fase di restauro. Si dice che l'antica statua di santa Filomena rispondesse a un'iconografia piuttosto comune a metà '800, quella di una donna riccamente vestita sdraiata su un letto di cuscini, come si può ammirare ad Agnone, a Baranello o a Ferrazzano. Quella statua purtroppo non esiste più (distrutta o venduta per simonia) e fu rimpiazzata negli anni '50 del XX secolo da una in gesso realizzata nella bottega romana di Francesco Rosa, raffigurante santa Filomena in piedi col crocefisso e un'àncora, quella stessa con cui si tentò di annegarla nel Tevere. Il suo culto a Capracotta è praticamente svanito nel nulla, tanto che la cappella a lei dedicata ospiterà presto il SS. Sacramento e san Giovanni Bosco, ma non lei. Di questa ragazzina romana, che ebbe l'ardire di negarsi a un imperatore perché promessa a Dio, non resta che un vago ricordo, l'alone di una santità mai confermata davvero.
Francesco Mendozzi