Una volta volevi
solo mille lire
ed oggi vuoi partire;
ma dove vai di preciso
tu che sei di Treviso?
Te ne vai a Capracotta?
Se tu cerchi l'iniquità
la parata di mediocrità
lo scolo della civiltà
vieni a Fuorigrotta.
E la figlia
brucia dalla voglia
e la mamma
le toglie la foglia
ed ancheggia
piuttosto tracagnotta
occasione ghiotta (?);
tutto questo bailamme
di buche senza strade
di scavi con le guade
binari senza tram
vetrine poco glam.
Dov'è questa roba qua?
Solo a Fuorigrotta.
Il politico t'offre la pagnotta
il seguace scuce una piotta
sotto il naso della poliziotta
che saluta la donnola bigotta.
Dove trovi questa gente qua
di straccioni vestiti da pascià
di cretini bevuti sul sofà
e cretine con il cincillà?
Tutta a Fuorigrotta.
La partita contro complotta
e riempie lo stadio
di masse in assedio
incitanti
giusto da un'oretta
l'attaccante
che non dà la botta;
e lui in casa rinchiuso
la faccia crollata
caduta a pera cotta
come Pellico recluso
ma meno patriota
inebetito aspetta
che si tolga dai maroni
la marmaglia di beoni
buoni solo a pelar la gatta
e gli lasci la strada
tutta libera e vuota
per la ghiotta serata
un poco galeotta
ed invece c'è coda
giù fino alla grotta,
e lo chiama incazzata
la povera Carlotta.
Dov'è questa melma qua?
Proprio a Fuorigrotta.
Il suono della mattina,
driiin! Scendo presto
per arrivare prima
alla serra degli stronzi
ondeggianti come bonzi
nella saletta dell'Asl,
perché oltre cinquanta
il medico non canta
e chi pianta pretesto
è fuori dal contesto
e scoppia una manfrina
che ognun deve ballar
se esente vuole andar.
Io sì mi rompo il pacco
proprio mi si sfarina
ma da qui non mi stacco,
debbo risanare un guaio
che no, non ho creato
e invece mi riguarda
in questo immondezzaio.
Ma dal muro di lato
una tipa mi guarda
con l'occhio rapito
mi arpiona maliarda
ed a maglia uncina.
Poi al braccio agganciata
la scintilla è scoccata
e la frittata è fatta
in quel di Fuorigrotta.
Quest'incrocio più cieco
del mio stesso intestino
quando svolto e ci sbuco
dalla fine del Pendino.
Sulla strada che sale
e cresce su dal viale
tutto mi può capitare,
perfino il vecchio pazzo
che fila come un razzo.
Io con molta prudenza
per la scarsa visione
comincio a spuntare;
se scende l'affluenza
m'infilo piano piano
e con circospezione,
ché un altro maiale
risalendo da Agnano
mi può scaraventare
detto fatto nel pino.
Basterebbe un semaforo
a sbrogliare il casino
un rimedio mammifero
per dire al cittadino
di averci la coscienza.
Si è avvertito il Comune
del pericolo immane
ma non ha provveduto;
neppure un vigilino
a dettare precedenza
e lo stesso Prefetto
ne sa pure di meno
e l'incrocio fa schifo
da togliere il fiato.
Dopo mesi di protesta
e giare di veleno
al quadrivio fottuto
non hanno mandato
nemmeno una marmotta.
E sicuro il difetto
causerà la botta
qui a Fuorigrotta.
E la moglie
beve tè di foglie
il maritino
brulica di voglie
ed accoglie
un'ucrainotta
vivace e poliglotta
nella sua villetta
dietro via Arlotta
a bere una coppetta
della sciampagnotta
e morde la caciotta
della ragazzotta
da noi a Fuorigrotta.
Son tornate le cicale
sulla via Terracina
polacche e nigeriane,
son circa una dozzina.
Macchinando le incontri
allo spiazzo di benzina,
fanno anche gli sconti
a chi in auto s'avvicina.
È una vista carnale
brada come la Pampa,
vacche d'esportazione
esperte nella samba.
Ah ma che confusione
che problema bestiale!
Ed a chi la racconti
che sei uno neutrale
e che se rallenti
lo fai per una pompa
ma solo di benzina?
Nel cuore della notte
c'è così tanta vita
che non ci pare vero
che sia attecchita
accanto al Cimitero
pieno di ossa rotte.
È un gran capogiro
il fisico sballotta
inizi a stare male
ma non ti disperare,
puoi sempre peggiorare
se entri all'Ospedale
San Paolo che ti adotta
in zona Fuorigrotta.
Mamme con la spesa
pensilina del bus
fissano la palina
con grugni da blues.
Nonni coi cateteri
non si reggono più
sorretti da ex veneri
venute dall'ex Urss.
I raga coi berretti
le raga con l'Ipod
si smicciano furbetti
sognan di fare upload.
Una buona mezzora
è bella che passata
il bus non affiora
la gente esasperata.
In fondo si fa viva
la cosa lampeggiante,
alla curva arriva
ma è ancora distante.
Un tipo alto sbotta
ma dove cacchio eri?
però è la camionetta
rossa dei pompieri.
Ormai è leggenda,
l'amico Pippotto
stava alla fermata
ancora giovanotto
doveva arrivare
a piazzale Tecchio
a furia d'aspettare
c'è arrivato vecchio.
Corriamo all'impazzata
sulla terra che smotta
molle come ricotta
quaggiù a Fuorigrotta.
Scarafaggi grossi
come anacardi
escono dai fossi
alla sera tardi
nel caldo termale
c'inseguono testardi
da piazza San Vitale
a via Leopardi.
La strada del poeta
mette tanta pena
molto fioca e cheta
la luce sulla scena;
steso sul portone
dell'Immacolata
dorme un anacoreta
la faccia congelata.
Dentro la stazione
di Campi Flegrei
altri nei cartoni
a terra come Achei.
Molte curve cieche
ritorta si disegna
dopo le paninoteche
tutta via Campegna,
marciapiede stretto
proprio inesistente
il pedone poveretto
rischia l'accidente.
Il vecchio Sferisterio
vicino alla grotta
sarà un battistero
oppure una gargotta?
Domanda Fuorigrotta.
La musica d'estate
percuote le vetrate
famiglie risvegliate
da feste scellerate
e quante clacsonate
rotonde ingorgate
frullano la calotta,
in giro poi mappate
di auto scoperchiate
di targhe rovesciate
di imposte oscurate
e case grattugiate.
Ed è tutto caducità
dentro Fuorigrotta.
Perfino viale Augusto
preteso boulevard
solo meno angusto
ma squallido bazar.
Goffe casalinghe
con laceri foulard
si sentono bislunghe
come le fiamminghe
tele di Rembrandt.
Fasulli cavalieri
lenti scure da sole
grevi faccendieri
sputan nelle aiole
ed aprono concorso
per girar sul dorso
la bella tabaccaia;
vorrebbero cosarla
e giurano di farlo
ma non esiste merlo
per quella civaia.
Sfrecciano motorini
da fianco a fianco
un padre di bambini
è diventato bianco
quando una Fandango
gli sfiora i piccolini.
Ci sentiamo inermi
anche sul selciato
noi restiamo fermi
e loro a perdifiato
a tutto gas e armi
nelle giubbe da ras.
I cordoli divelti
coi tondini all'aria
stupidi risvolti
di rabbia proletaria
e poi altri cascami
di triste fatiscenza
a stento riassorbiti
dai poveri stilemi
di Italia mondiale
passato coloniale
Mostra d'Oltremare;
ma giri il Piazzale
e sfumano quei miti
e per non sbagliare
ritornano i patemi
della marcescenza.
Cambia l'aria, gira la girotta
piove forte ed il fango fiotta
l'acqua nera tutto infagotta
e la luce elettrica interrotta.
Dove trovi questa varietà
di intuizioni senza verità
di guasconi mezzi baccalà
di gibigiane tutte voluttà?
Vieni, vieni, vieni, vieni,
vieni, vieni, vieni, vieni,
vieni a Fuorigrotta.
Giuseppe Nutini
Fonte: http://www.larecherche.it/, 17 dicembre 2012.