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La visita del prefetto Nicola Spadavecchia


Nicola Spadavecchia
La prima pagina de "Il Molise Fascista" del 5 giugno 1927.

Il giorno 30 maggio scorso, proveniente da S. Pietro Avellana, giunse qui in automobile il Prefetto del Molise, Gr. Uff. Spadavecchia in compagnia del Segretario Federale Cav. Uff. Tirone, del Questore Comm. Ena, del Maggiore dei RR. CC. Cav. Romita, del Capitano Sig. De Iasi, del Tenente Sig. Tiberi, del Cav. Fortunato, Ispettore dei Comuni, e del Capo di Gabinetto Cav. Nardella.

La popolazione ha atteso l'illustre Capo della Provincia all'entrata del paese, con alla testa il nostro beneamato Podestà Avv. Gregorio Conti, in uno alle autorità e ai sodalizi tutti.

Hanno reso gli onori agli ospiti illustri le scuole, coi rispettivi insegnanti, la Sezione dei Balilla, con la fanfara, le Piccole Italiane (che ieri per la prima volta indossarono la candida divisa) e i minuscoli bambini dell'Asilo Infantile, tutti vestiti di bianco, molto ammirati dall'Ill. Sig. Prefetto. Il corteo ha sostato davanti al Palazzo Comunale, rimesso a nuovo da pochi giorni, dove il nostro Podestà ha dato per primo il saluto di questa buona e patriottica popolazione al Primo Rappresentante del Governo Nazionale Fascista, venuto qui a visitare quest'estremo lembo del Molise. Il Podestà gli ha ricordato le opere più urgenti (già esposte nel suo programma) alle quali bisognerà presto dare esecuzione, fidando nel suo valido aiuto ed augurandosi che rimanga a lungo nella nostra Provincia, come ne ha dato affidamento S. E. Mussolini nel suo recente discorso, per portare a compimento la ricostruzione materiale e morale da lui iniziata con tanta nobile fatica.

Lo ha seguito il Segretario Federale Cav. Uff. Tirone, il quale dopo aver rievocato, con mirabile sintesi, la venerata memoria di S. E. Tommaso Mosca, legato alla sua famiglia da vincoli di salda e devota amicizia, ha tessuto l'elogio di questi buoni montanari che sempre tutto hanno dato e mai nulla hanno chiesto, considerandosi egli nostro concittadino per la vicinanza che il nostro paese ha con la sua Agnone. Ha alluso alla concordia che esige il Fascismo e di cui danno qui affidamento il Podestà e il Segretario Politico.

È sorto dopo a parlare il Gr. Uff. Spadavecchia, che, dopo aver ringraziato il Podestà pel saluto rivoltogli, ha voluto anch'egli ricordare ai cittadini di Capracotta la perdita da essi fatta dell'insigne magistrato Tommaso Mosca, che considerava quasi come suo concittadino, avendo ricoperto nella sua nativa Trani l'alta carica di Capo della Corte di Appello delle Puglie. Assicurò il Podestà che avrà molto a cuore le sorti di questo paese e che darà tutto il suo appoggio per l'attuazione delle opere di riconosciuta necessità.

Il Prefetto Spadavecchia, dopo avere minutamente visitato gli ampi locali del Municipio, della Banca Popolare e della Congregazione di Carità, si è recato nell'Edificio Scolastico, soffermandosi in ogni aula, tutto guardando e ammirando, dopo avere osservato con attenzione, nella saletta della Direzione, i ricchi premi guadagnati dai nostri Piccoli Sciatori nelle gare svoltesi nello scorso marzo negli Abruzzi.

L'illustre Prefetto ha avuto parole benevoli pei Sigg. Insegnanti, esortandoli a perseverare ancora sulla via intrapresa.

Egli si è recato, poi, nei locali dell'Asilo Infantile, ricevuto dal Presidente e dalle Suore del P. S. vere apostole di bontà e di virtù; anche qui il comm. Spadavecchia ha voluto rendersi conto di tutto, visitando le aule e rimanendo ammirato dall'ampiezza della sala della Scuola e del Teatro. Ha anche visitato la Casa del Fascio, il Circolo Sannitico, le Società Operaie e la Caserma dei RR. CC. dove ha esternato la sua viva soddisfazione agli Ufficiali Superiori ed al Tenente Sig. Tiberi, la cui stazione è alla sua dipendenza.

Si è poi soffermato, non poco, al Circolo d'Unione dove il Presidente Avv. Cav. Luigi Campanelli ha, con tutta signorilità, voluto offrire a lui ed agli altri ospiti squisitissime paste e dell'ottimo vermouth.

Si è compiaciuto, poi, moltissimo con le autorità tutte, specie col Podestà e col Rev. Arciprete quando è entrato nel nostro magnifico Tempio, tutto illuminato, soffermandosi ad ammirare il Coro e il Battistero, dopo essersi a lungo trattenuto sul Sagrato per godersi il vastissimo panorama.

Il Comm. Spadavecchia ha voluto anche vedere il busto che, questi riconoscenti montanari, eressero alla memoria del compianto Emanuele Gianturco, strenuo difensore dei loro diritti, sui Feudi ex Ducali.

Stamane gli ospiti graditissimi sono ripartiti alla volta del Capoluogo, ossequiati dalle autorità.

 

Si sono qui fidanzati, giorni sono, il Tenente dei RR. CC., di stanza in Agnone, Tiberi Sig. Enrico, con la gentile Signorina Maria Conti, del fu Amatonicola. Auguri alla bella coppia.

Le nozze al prossimo autunno.


Vincenzo Gallina

 

Fonte: V. Gallina, Dai Comuni della Provincia, in «Il Molise Fascista», II:9, Campobasso, 5 giugno 1927.

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