Ne scrissi nel secondo volume della "Guida alla letteratura capracottese" e ne parlai pubblicamente al convegno organizzato l'8 dicembre 2018 per ricordare i 75 anni dalla distruzione di Capracotta, con la mia relazione sulle "Storie di morte e rinascita nella letteratura capracottese di guerra". In quelle due occasioni mi sono infatti occupato di un soldato, operante tra le fila irlandesi, a cui il 1° gennaio 1944 venne ordinato di trasferire due malati dal fronte di Capracotta al campo medico di Carovilli. Quel militare si chiamava Lawrence Graham Bigelow (1925-1996), meglio conosciuto come Larry Bigelow.
Ho cominciato a scavare nella vita di questo soldato e ho scoperto dettagli pazzeschi, sensazionali, straordinari, dettagli che mi convincono sempre più che tutto quel che sto facendo per la storia e cultura capracottesi è cosa buona e giusta. Al diavolo la falsa modestia.
Il giorno di Capodanno 1944 a Capracotta c'era la guerra. E c'era pure la neve. Tanta. Una bufera che noi capracottesi conosciamo bene ma che gli Alleati non avevano mai visto, se non durante la Campagna di Russia. Gli ambulanzieri dell'American Field Service (AFS) dovevano trasportare alcuni feriti verso le retrovie di Carovilli, dov'erano gli ospedali da campo dell'esercito americano. La neve non permetteva agli autisti di vedere la strada e i mezzi rischiavano seriamente di uscire fuori strada. Una volta scesi dalle ambulanze, i ragazzi dell'AFS presero atto che la bufera era indomabile.
A quel punto il giovane luogotenente Larry Bigelow fece scendere con molta attenzione i malati - un capitano polacco ferito e un inglese febbricitante - per trasportarli in una casa colonica, probabilmente in località Civitella. La bufera infuriò per 72 ore, durante le quali le razioni di cibo finirono. In quei tre giorni Bigelow si prese cura dei due feriti, tenendo sempre un occhio aperto mentre dormiva. Il quarto giorno la neve smise di cadere e Larry, assieme a un capracottese che faceva da guida, uscì dalla masseria per recarsi a piedi verso un'altra casa colonica, posta al bivio del servizio postale a Staffoli, importante crocevia tra Agnone, Capracotta, Carovilli, Pietrabbondante e Vastogirardi.
In un paio di viaggi tra la Civitella e gli Staffoli, Larry Bigelow si procurò cibo e medicinali. Il giorno seguente, tornato a Staffoli, ordinò a un'ambulanza di farsi trovare lì all'ora convenuta e, dopo aver organizzato un gruppo di tredici soldati e due autisti, costruì una slitta con la quale, tornato alla masseria della Civitella, trasportò i feriti all'automezzo che li attendeva più giù.
Quella che vi ho raccontato è soltanto una parte della storia di Lawrence Graham Bigelow, quella parte della sua storia che è ambientata in Alto Molise. La sua vita, difatti, nasconde tantissime sfaccettature che soltanto Barbara McMillan è riuscita a individuare e a fissare su carta nella biografia di Bigelow pubblicata l'anno scorso negli Stati Uniti. Grazie all'attento lavoro di questa decoratrice, ho scoperto che Larry Bigelow - figlio del primo segretario dell'ambasciata statunitense a Berna -, dopo l'esperienza bellica, diventò un importante agente segreto, operante prima in Italia e poi tra l'Europa e l'Asia, al soldo della CIA. Come copertura egli diventerà un artista, un dignitosissimo pittore figurativo, di cui oggi è possibile acquistare alcune opere presso molte case d'asta a prezzi tutto sommato accessibili.
Il suo acquerello denominato "Mountain" che vedete in alto, ad esempio, non pare anche a voi l'astrazione informale del brullo panorama che si gode da Monteforte?
Francesco Mendozzi
Bibliografia di riferimento:
Gallantry of Lawrence Bigelow, in «The American Foreign Service Journal», XXI:9, The American Foreign Service Association, Washington, settembre 1944;
B. D. McMillan, Lawrence Graham Bigelow: an Artist Sees for His Country, Outskirts, Denver 2019;
F. Mendozzi, Guida alla letteratura capracottese, vol. II, Youcanprint, Tricase 2017;
G. Rock, The History of the American Field Service: 1920-1955, American Field Service, New York 1956.