Andare a spasso per una trentina di paesi oppure oziare dopo una scorpacciata, sono entrambe soluzioni valide. Cercando di non strafare, soprattutto perché si sa che ru iuórne appriésse a la fèŝte, delóre de sacche e male de tèŝte (dopo la bisboccia vi fa male la testa ma di più la tasca), la vostra vacanza molisana sarà in ogni modo un successo.
Avrete soggiornato in una terra la cui aria ionicamente pura vi creerà uno scudo protettivo, gratuito e di lunga durata, che vi renderà impenetrabile ai più familiari miasmi dello smog come alle più avveniristiche armi batteriologiche.
Lo aveva già capito qualche decennio fa un gruppo d'imprenditori milanesi che, capitati per caso sulle nevi del Matese, decisero tra lo sguardo incredulo delle pecore e dei pastori che quello era proprio il luogo adatto per impiantare una seggiovia, delle piste da sci e skilift. Nacque così la stazione sciistica di Campitello Matese, anche se dopo che i milanesi se ne furono andati, inspiegabilmente smise di nevicare. Siccome la neve da quelle parti non è una costante, è bene allora dirigersi a Capracotta, la Cortina del Sud, che da ottobre a maggio dispone di piste per lo sci di fondo innevatissime e immerse nelle abetaie più magiche. Senza contare poi il fatto di essere giunti sul tetto del Molise, nel senso che se riuscirete a raggiungere questa località, bufere permettendo, potrete vantarvi di essere nel comune più in alto della penisola dove non crescono le percòche, le albicocche. Imparerete a dire a chi ve le spara grosse quànne mà Capracotta à cacciàte le percòche? proprio perché avrete capito a vostre spese che lì ci troverete solo il rito della pezzata, carne di pecora bollita nel paiuolo. I refrattari del rientro in città avranno delle ottime scuse per prolungare la vacanza, causa forze maggiori: chiusura delle strade, niente collegamenti ferroviari, black out telefonici e arrivo dei viveri paracadutati dall'elicottero.
La vuléte l'avventura?
Ivana Mulatero
Fonte: I. Mulatero, Molisani, Sonda, Torino 2002.