VIRGILIO JUAN
CASTIGLIONE
GARE DI SCI A CAPRACOTTA
Istituto Nazionae Luce (1929)
"Gare di sci a Capracotta"
GARE DI SCI A CAPRACOTTA
Istituto Nazionae Luce (1929)
"Gare di sci a Capracotta"
IL RATTO DI BECKENBAUER
Flop TV (2009)
"La villa di lato"
di Maccio Capatonda (1978)
IL RATTO DI BECKENBAUER
Flop TV (2009)
"La villa di lato"
di Maccio Capatonda (1978)
IL RATTO DI BECKENBAUER
Flop TV (2009)
"La villa di lato"
di Maccio Capatonda (1978)
IL RATTO DI BECKENBAUER
Flop TV (2009)
"La villa di lato"
di Maccio Capatonda (1978)
VIRGILIO JUAN
CASTIGLIONE
Le arie popolari musicate da artisti capracottesi
NUNZIO
BACCARI
(1666-1738)
ALFONSO
FALCONI
ALFONSO
FALCONI
ALFONSO
FALCONI
NUNZIO
BACCARI
(1666-1738)
NEL SANNIO MISTICO
di Lina Pietravalle (1887-1956)
Venite a Capracotta o voi che siete affaticati e stanchi e volete un parco ristoro. D'estate vi è ancora una piccola e tenace colonia di soli amatori. Vi erano prima tre belle case sincere sannitiche accomodate ad albergo. Ma qui non si conosce che la piccola frode, e per essere albergatori è troppo poco. I tre alberghi si mangiarono per la concorrenza tra di loro come i famosi leoni battaglieri dei quali non rimasero che le code. Non vi sono più, ma c'è il desiderio di far posto a qualche volenteroso. Quand'è agosto i prati sono pingui e verdi come un liquore smeraldino congelato, e nuvolosi delle belle greggie biondette reduci dalla Puglia, mentre le capre ostili interrogano dei loro puntigli ansiosi i poggi scoscesi e le rupe glabre e grigie come cippi funebri. I giovenchi solcano i margini delle foreste di Roccacigliana e del bosco di Pescopennataro ai due estremi del paese e distesi nelle macchie, lunati e bianchi, ruminano erbe aromatiche ed onesti pensieri alla teoria dei muli impetuosi e agli asinelli incanutiti di bigio che passano trasportando le legna da seccare per l'inverno. Così ogni porta ha dinanzi a sé o al fianco il suo monumento e l'indice della sua ricchezza nella catasta delle legna recise e da lontano Capracotta appare virgolata di scuro da queste pire che attendono di glorificare e di benedire, al primo sussulto del freddo, tutti i suoi focolari deserti. Deserti, sì. Perché i gagliardi maschi di ogni casa, pastori, carbonari e bastari, con incorrotta secolare tradizione vanno alla Puglia, ai pascoli aviti e censiti per le loro greggi, o nei boschi del Lazio e della Calabria a fare i carboni e vendere i basti pastorizi dei quali sono maestrevoli costruttori. È il capracottese, un caratteristico basto tondeggiante munito di rampini per i trasporti delle masserizie armentizie. E gli armenti sono e saranno la ricchezza e la vocazione ed il giudizio del luogo. La mandra è la loro seconda natura. Le donne si lagnano della vedovanza impassibile di metà anno, dall'ottobre al maggio, invano.
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L. Pietravalle, Nel Sannio mistico, in «La Lettura», XXIV:1, Corriere della Sera, Milano, 1° gennaio 1924, pp. 44-45.