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STANISLAO FALCONI

(Capracotta, 28 luglio 1794 - Napoli, 13 febbraio 1880)

Avvocato generale della Corte di cassazione di Napoli

La Corte Suprema di giustizia aveva per presidente il sommo Niccola Nicolini, avo materno dell'ex guardasigilli Francesco Santamaria che allora s'iniziava nel foro, con suo fratello Niccola e chiamato Cicciotto da parenti ed amici. Don Pasquale Jannaccone e il marchese Brancia, padre di Carlo, morto consigliere di Cassazione nel 1896, n'erano i vice-presidenti; e avvocato generale, don Stanislao Falconi, di Capracotta, zio del presente sottosegretario di stato della giustizia e fratello di monsignor Falconi. Era il Falconi ritenuto giurista di valore, e di non minor valore erano, tra i consiglieri, Pietro Ulloa che fu poi ministro di Francesco II, e Niccola Gigli già ministro dell'ultimo gabinetto costituzionale.

  • R. De Cesare, La fine di un Regno, vol. I, Lapi, Città di Castello 1900, pp. 93-94.

Fratello germano maggiore di Giandomenico, nato in Capracotta il 28 luglio 1794, si laureò in Napoli in giurisprudenza, ed entrò nella carriera giudiziaria. Nel 1848 copriva l'ufficio di Avvocato Generale presso la Corte di Cassazione. L'altissimo grado gli procurò il triste onore d'esser chiamato a far parte della Commissione istituita con R. D. 17 maggio dello stesso anno «ad inquirere per tutti i reati contro la sicurezza interna dello Stato, e contro l'interesse pubblico, che sono stati commessi dal 1° maggio 1848, e che si potranno commettere fino a che dura lo stato d'assedio». È noto lo spirito ciecamente reazionario che informò i lavori e le conclusioni della Commissione a danno dei più eminenti patrioti e dei fautori della Costituzione. Stanislao Falconi non tenne un contegno più moderato di quello degli altri commissarii, che anzi la sua devozione ai fini vagheggiati dal monarca fu così accesa da meritargli la nomina - certo da lui ambita - di Pari del Regno, conseguita con R. D. 26 giugno dello stesso anno, nella seconda infornata di ventinove Pari fatta dal Ministero presieduto dal Principe di Cariati. La Camera dei Pari non entrò in funzione; comunque, va rilevato per la storia che il Falconi vi era unico molisano. Mutate le cose nel 1860, si ritrasse a vita privata; né il governo d'Italia, pur tanto benigno verso altri devoti ai vecchi regimi, pensò mai a ricondurlo sulla scena della politica o della magistratura. Il Falconi era stato troppo in vista, e si era troppo compromesso: nulla chiese per l'orgoglio in lui vivissimo della dignità personale che rendevalo alieno dallo strisciare, e gli nocque infine non poco un opuscolo di critica molto giudiziosa quanto inopportuna ed importuna su "I giudizi correzionali e criminali giusta la legge organica del 17 febbraio 1862". Morì in Napoli il 13 febbraio 1880.

  • G. Masciotta, Il Molise dalle origini ai nostri giorni, vol. III, Di Mauro, Cava de' Tirreni 1952, pp. 154-155.

Intitolazioni a Stanislao Falconi:

  • Piazza Stanislao Falconi, Capracotta (IS).

Scritti di Stanislao Falconi:

  • S. Falconi, Discorso pronunziato da un magistrato in morte di S. M. Maria Cristina di Savoja Regina del Regno delle Sicilie, in G. Suppa, Scelta di componimenti per l'esequie di S. M. Maria Cristina di Savoja, Borel e Bompard, Napoli 1836.

Articoli di Letteratura Capracottese:

  1. La questione dei boschi di Capracotta

  2. Io porto affetto ad un nipote

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